Marta Cuscunà
LA SEMPLICITÀ INGANNATA
satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne
liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine
produzione compagnia Marta Cuscunà
Le figlie femmine nel Cinquecento venivano accasate con una dote, più o meno modesta a seconda di quanto erano più o meno appetibili, ma il mercato matrimoniale subì un crollo generalizzato e alla continua inflazione delle doti fu trovato il rimedio della monacazione forzata. Fu così che le monache del Santa Chiara di Udine decisero di attuare una forma di Resistenza, trasformando il convento in uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore impensabile per l’universo femminile dell’epoca. Ovviamente l’Inquisizione cercò con forza di ristabilire il controllo sul convento, ma le Clarisse riuscirono a resistere per anni facendosi beffe del potere maschile e creando, dentro il Santa Chiara, un’alternativa sorprendente per una società in cui le donne erano escluse da ogni aspetto politico, economico e sociale della vita. La semplicità ingannata racconta da quali semi è nata la rivendicazione femminile nel Cinquecento, nel tentativo di ridare slancio a una rivoluzione di cui non sentiamo più il bisogno, forse non per un caso fortuito, ma per una precisa strategia che, anche se con modalità apparentemente diverse, schiaccia ancora le donne sotto lo strapotere maschile.